IL FORNO CREMATORIO È DANNOSO ALLA SALUTE DEI CITTADINI

L’Osservatorio Ambientale di  Prato ritiene di dover intervenire nel dibattito in corso sull’opportunità di impiantare un forno crematorio nella nostra città, perché nessuno ha evidenziato le importanti rischiosità per la salute di tutti i cittadini, indipendentemente dalla sua localizzazione e da chi lo gestirebbe. Tali impianti sono degli inceneritori a tutti gli effetti e rilasciano in aria tutte le sostanze nocive tipiche delle combustioni. A differenza degli inceneritori, però, i forni crematori sono regolati dalla  Legge 130/2001, che  rimanda  all’emanazione di uno specifico provvedimento interministeriale in materia che ancora  rimane in attesa di emanazione. Non esistono pertanto delle regole precise cui attenersi, sia per le caratteristiche dell’impianto che per la gestione ordinaria del suo funzionamento. Questa mancanza di regole rende questi impianti molto più esposti al rischio di emissioni di sostanze pericolose in atmosfera. Se negli inceneritori è previsto il mantenimento di una temperatura dei fumi costantemente superiore a 850 gradi per ridurre il rischio di diffusione di diossine in atmosfera, nel caso del crematorio tale condizione non è possibile da realizzare perché l’impianto deve essere spento per poter consentire il recupero delle ceneri. Ne consegue che nelle fasi di accensione e spegnimento dell’impianto l’abbassamento della temperatura dei fumi consente di liberare in atmosfera sostanze altamente inquinanti.

Occorre anche tenere presente quanto evidenziato dall’OMS, cioè che la Piana FI PO PT è una delle aree più inquinate in Europa insieme con la Pianura Padana. Essendo completamente circondata da montagne la sua collocazione è causa di ristagno degli inquinanti presenti in atmosfera specie in condizioni di alta pressione. Da questo derivano i numerosi sforamenti degli inquinanti che richiederebbero degli interventi di mitigazione e di alleggerimento delle emissioni, non certo l’aggiunta di impianti inquinanti. Ne va della salute di tutti, perché l’inquinamento dell’aria riguarda anche coloro i quali vivono o lavorano ad una distanza dall’impianto di qualche chilometro. Dati ufficiali stimano circa 90.000 morti all’anno in Italia causate da patologie collegate all’inquinamento dell’aria. L’Amministrazione Comunale,  in forza della sua dichiarazione di emergenza climatica (PRATO NELL’EMERGENZA CLIMATICA, seconda edizione), non dovrebbe autorizzare un tale impianto che causerebbe l’incremento delle emissioni di CO2 e di gas climalteranti in città.

Per queste ragioni riteniamo che sarebbe totalmente ingiustificabile un ulteriore impianto di cremazione nella Piana, in aggiunta  a  quelli di Firenze e Pistoia. Si parla di disagi per i cittadini che devono attendere uno o due giorni per poter cremare i propri defunti, ma non si dice che la vera ragione del contendere ha origini  senza alcun dubbio di ordine economico, come dimostrato dal dibattito e dagli scontri che ci sono attualmente sui media fra gli operatori del settore. Se tali comportamenti risultano comprensibili quando riguardano operatori privati, dispiace dover riscontrare simili atteggiamenti riferiti ad Associazioni No Profit che dovrebbero far prevalere una maggiore sensibilità  per la tutela della salute  dei cittadini.

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