IMPIANTO EOLICO GIOGO DI VILLORE E CORELLA:
LA BATTAGLIA CONTINUA AL CONSIGLIO DI STATO
Una sentenza quella del TAR dello scorso 10 gennaio 2024, relativa al ricorso promosso da Italia Nostra e Cai sostenuti da molti comitati e cittadini, contro la realizzazione dell’impianto eolico Giogo di Villore e Corella che non è minimamente entrata nel merito dei motivi del ricorso delle due associazioni. “Sapevamo fin dall’inizio che il TAR non ha potere di rivedere gli aspetti puramente tecnici e discrezionali degli Enti autorizzatori ma speravamo che da parte del TAR ci fosse maggiore sensibilità nel rilevare determinate forzature e omissioni”.
La sentenza ha infatti respinto il ricorso (venti gli aspetti contestati del decreto autorizzativo), evitando del tutto le questioni di merito e dichiarando il ricorso a priori improcedibile per essere stato presentato in un momento in cui il decreto autorizzativo era sospeso nella sua efficacia.
Per questo dichiarano le due associazioni: la battaglia legale non finisce qui, considerato che esistono solide ragioni per appellarsi contro queste sentenze al Consiglio di Stato, e proseguire con una serie di altre azioni
Alcuni esempi? “Manca l’autorizzazione sismica, mancano le indagini geognostiche sulle strade e siamo ancora in attesa del progetto esecutivo…”.
Per questo riteniamo, continua il comunicato, che non possa considerarsi chiusa la questione Impianto Eolico Giogo di Villore Corella, nonostante i proclami trionfalistici del gruppo industriale proponente, una Spa sostenuta da ANEV (associazione confindustriale dell’energia eolica privata), dell’ala di potere del PD toscano compresi il presidente della Regione Toscana, l’assessore all’ambiente della Regione Toscana e dei sindaci di Vicchio e Dicomano, ma anche dell’ordine degli ingegneri e di una parte del mondo ambientalista, in particolare Legambiente che ha scelto di allearsi strettamente con gli interessi della cosiddetta borghesia verde. “Tutti questi soggetti sono armati di concetti semplici e di effetto presentati come risposta, l’unica possibile risposta concreta e urgente al problema del riscaldamento climatico e all’emergenza energetica: pale eoliche ovunque, impianti fotovoltaici e auto elettriche dappertutto”.
“Noi riteniamo invece”, continua la nota, “che tutto questo percorso non possa prescindere dalla tutela del paesaggio, inteso come valore ambientale, storico, sociale ed economico, altrimenti paradossalmente, come già accaduto purtroppo in molte altre zone d’Italia (Tuscia, Sardegna, Puglia), la risposta all’emergenze climatica ed energetica si concretizzerà solo nell’ennesimo attacco all’ambiente e alla biodiversità. Dopo che l’intero territorio italiano, nel corso degli anni, è stato caratterizzato da una gigantesca riduzione degli spazi di naturalità e bellezza, con scelte di “esternalizzazione” di funzioni e di impianti rivelatesi insostenibili per l’ambiente e per i cittadini, appare quasi incredibile che si pensi ancora di continuare in questa direzione modificando con pesanti infrastrutture anche gli ultimi crinali “selvaggi” del nostro Appennino. Per questo riteniamo fondamentale proseguire con l’azione legale anche con l’obiettivo di spingere tutti i cittadini (oltre che i vari enti che già dovrebbero farlo) a vigilare sul rispetto delle normative, e porre e chiedere attenzione alla dislocazione degli impianti, al numero e alla taglia dei macchinari, e valutarne le ricadute non solo economiche, ma ecologiche, paesaggistiche, sociali e lavorative.
A questo proposito segnaliamo come i lavori dell’impianto eolico Giogo di Villore e Corella, siano stati interrotti proprio a causa di un’indagine penale, in corso, inerente alla gestione delle rocce da scavo.
Gli impianti di produzione di energia rinnovabile devono essere progettati e realizzati in aree già artificializzate, impiegando le tecnologie più aggiornate tra quelle esistenti, prima di dare il via in modo acritico a una sregolata proliferazione di opere di enorme impatto ambientale sui territori più fragili (come quello del crinale Appenninico), già toccati pesantemente e a più riprese nel corso degli ultimi mesi, da frane e dissesti e da alluvioni; opere che hanno come unico obiettivo quello di favorire l’interesse di pochi a danno delle comunità locali e di tutti i cittadini. La grande ricchezza del Bel Paese e anche del nostro Mugello, è data proprio dalla straordinaria ricchezza dei valori naturalistici, ambientali, paesaggistici e storico-culturali.
“Per questo” continua il comunicato “la nostra battaglia risponde anche ad un dovere morale affinché tutto il crinale appenninico non cada nelle mani di un sistema energetico privato, nel silenzio complice di molti amministratori del territorio senza alcun vantaggio, contrariamente a ciò che è stato fatto credere fin dall’inizio, per le popolazioni locali, ma solo con danni all’ambiente e perdita di valore per tutto il territorio, anche per le sempre più diffuse attività agrituristiche e di turismo lento ed escursionistico”.
Italia Nostra Firenze
CAI Firenze
Dicomanocheverrà
Atto Primo Salute Ambiente Cultura ODV
Comitato per la Tutela del Crinale Mugellano