Incredibile: Monni prima approva il progetto e poi visita  il sito previsto per l’eolico

La stampa ci racconta che l’assessore regionale all’ambiente ha visitato il luogo dove è previsto l’impianto eolico Monte Giogo di Villore presentando altresì il progetto.

Siamo rimasti increduduli. Più volte abbiamo invitato i diversi sostenitori dell’impianto a fare un sopralluogo prima di prendere posizione e assumere decisioni in merito alla sostenibilità di tale opera.

Troppo comodo decidere senza aver visto, senza aver mai preso in considerazione valutazioni nel merito in opposizione al progetto privilegiando invece  un rapporto preferenziale con la società proponente.

L’assessore ha altresì affermato per l’ennesima volta che l’impianto consentirà di soddisfare il fabbisogno di energia elettrica di circa 100 mila persone. Questo dato che peraltro tiene conto dei soli consumi domestici è una cifra tonda propagandistica fornita dall’azienda e ripetuta dai nostri amministratori come verità scientifica indiscutibile. Ma stranamente i dati relativi alla ventosità specifica del crinale in questione sono stati secretati. Del resto perfino i dati relativi alla produzione effettiva già realizzata di altri impianti simili come quello del Carpinaccio sono tenuti riservati.

L’Assessore ha annunciato che i lavori si svolgeranno per lo più entro il 2023, mentre gli aerogeneratori saranno installati nell’estate del 2024. Ovviamente non cita che sulla approvazione del progetto da parte della Regione pende il ricorso al TAR depositato in data 19 aprile 2022 firmato da Italia Nostra Nazionale e Club Alpino Italiano sez. di Firenze. Ricorso che potrebbe invalidare la decisione regionale.

L’assessore Monni ha infine dichiarato: “Il paesaggio si tutela solo combattendo i cambiamenti climatici.” Dimenticando che la Regione non solo ha agito in contrasto con la propria normativa e cioè il  Piano di Indirizzo territoriale che individua le aree non idonee alla realizzazione di parchi eolici industriali (tra cui quella del crinale) e lo stesso Piano Energetico regionale che invece individua i requisiti dei luoghi  adatti (in cui non sono incluse aree come quella mugellana). Ma soprattutto, oltre a non considerare il fondamentale parere negativo del confinante Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi,  l’assessore sottovaluta i pesantissimi impatti in un territorio fragile e sismico. Forse se avesse fatto un sopralluogo alla presentazione della proposta di progetto da parte di AGSM – progetto  appoggiato fin da subito dai sindaci di Vicchio e Dicomano – di fronte alla problematicità dell’intervento anche la sola richiesta di evidenziare i costi e benefici dell’opera avrebbe fatto desistere la Regione dal prendere in considerazione la proposta.

La propaganda politica sovrappone crisi climatica e crisi energetica: quest’ultima è solo un elemento  del riscaldamento globale. La gran parte dei problemi è causata dai nostri comportamenti e dalle scellerate scelte politiche che si continuano a perseguire, distruggendo preziosi ambiti naturali per trasformarli in siti industriali, come in questo caso. È ipocrisia ricondurre  le proteste al solo aspetto panoramico qunado  è  mancata una valutazione oggettiva dei danni irreparabili causati dal progetto rispetto ai vantaggi promessi.

Sul  progetto presentato dall’assessore Monni

Sulla stampa le opere previste dal progetto appaiono  come se fossero di facile esecuzione in un ambiente così problematico. Nella fattispecie:

la posa del cavidotto lungo 25 km, dalla sottostazione elettrica situata in località di Contea (Comune di Rufina) fino al sito di impianto che, oltre all’impatto, vista la lunghezza produrrà una notevole dispersione della potenza prodotta.

la realizzazione dei 24 interventi sulla viabilità di accesso esistente e della nuova pista di accesso al crinale. Da San Bavello sino alla valvola SNAM ci sono la strada comunale per Corella e strade vicinali: qui verranno effettuati  i 24 pesantissimi interventi per consentire il passaggio dei mezzi  in una zona di grande fragilità soggetta a frane e distacchi resi più probabili dalle piogge intense dovute al cambiamento climatico. Sono previsti allargamenti di curve, con arretramenti dei versanti e interventi sulle scarpate. Senza citare la pista di accesso al crinale con fortissime pendenze anche del 28%  che prevedono la cementificazione  di  lunghi tratti.

–  gli interventi per rendere accessibile il sito ai mezzi eccezionali necessari al trasporto degli aerogeneratori.  Una completa sottovalutazione dei lavori previsti  fra  il casello autostradale di Barberino e Dicomano. Per tutto questo tratto, lungo 40 km, sono necessari 21 interventi che, eufemisticamente, il progetto definisce di modesta entità. In realtà, le opere previste sono tutt’altro che modeste e soprattutto intervengono sulla principale viabilità del Mugello (unica arteria che collega San Godenzo e la Val di Sieve al casello di Barberino) trafficata e con un manto stradale che, per lunghi tratti, è in cattivo stato di manutenzione. I lavori di allargamento delle curve saranno particolarmente impegnativi e per mesi e mesi recheranno non pochi problemi alla circolazione.

la realizzazione dei plinti di fondazione e delle piazzole necessarie alla installazione degli aerogeneratori. Le torri sul crinale  verranno ancorate a fondazioni con un diametro di circa 20 metri. profonde circa 3 metri, oltre ai metri di sbancamento che saranno necessari per poter realizzare una superficie piana (piazzole di m 30×40) che in alcuni casi raggiungeranno spessori di 8-10 metri.Per riuscire a montare le pale sarà inoltre necessario realizzare piste di collegamento e  aree di stoccaggio. Con la distruzione e cementificazione di ettari di bosco sia sul crinale che sulla viabilità di accesso.

Evidentemente per l’Assessore Monni e la Regione Toscana questi sono semplici “danni collaterali”. Per noi non è così, non sarà così. Aspettiamo fiduciosi l’esito del ricorso al TAR.

Le associazioni:

ITALIA NOSTRA FIRENZE, CLUB ALPINO ITALIANO REGIONE TOSCANA, DICOMANO CHE VERRA’,
MUGELLO IN MOVIMENTO, ATTO PRIMO SALUTE AMBIENTE CULTURA

crinali dell'Appennino
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