LA CAMERA MANTENGA IL TETTO DI 6 VOLT/METRO
PER LA PROTEZIONE ELETTROMAGNETICA
DELLA POPOLAZIONE
No all’innalzamento del tetto di radiofrequenza compatibile con la salute umana
(legge Maccanico)
PUBBLCITÀ-APPELLO USCITO SU «IL FATTO QUOTIDIANO» DEL 29 NOVEMBRE 2023
Il Senato ha approvato un emendamento al decreto concorrenza, ora alla Camera, per innalzare il limite di 6 V/m per le esposizioni prolungate al campo elettrico delle antenne telefoniche, in vigore da 25 anni. Obiettivo è quello di alzarlo a 61 V/m, con un aumento di 100 volte in potenza: limite gabellato per “europeo”, raccomandato dall’ICNIRP, un’associazione sulla cui indipendenza e competenza l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha formulato serie riserve (Risoluzione n. 1815/2011). 61 V/m risulta in contrasto con il Principio di Precauzione, di cui dichiaratamente non tiene conto l’ICNIRP, il cui intento è proteggere dagli effetti termici delle microonde, non anche dai possibili effetti a lungo termine, come disposto dalla nostra legge. Nel caso improbabile di inerzia del Governo, decorsi 120 giorni dall’entrata in vigore dell’emendamento, il limite scatterebbe comunque a 15 V/m. Al Ministero delle Imprese e del Made in Italy parlano di “ammodernamento” del Paese, ma in verità aumentare la soglia di un inquinante pericoloso non è mai una conquista di civiltà, semmai il contrario. Tanto più se si tratta di un inquinante CANCEROGENO, come risulta dallo studio del US National Toxicology Program, condotto su 4.500 ratti, costato $ 25 mln (2017), e da quello dell’Istituto Ramazzini (BO), costato € 5 mln, su 2.450 ratti (2018). Il primo ha fornito “clear evidence” di un tumore al cuore (schwannoma) indotto sul modello animale dalle radiazioni della telefonia “in campo vicino”, cioè nelle condizioni di un utente del telefono mobile, nonché “some evidence” di tumori ai nervi craniali, in Italia già accertati sui lavoratori dalle Corti di Appello di Brescia, con conferma in Cassazione nel 2012, di Torino e di Firenze; il secondo ha evidenziato lo stesso tumore al cuore, questa volta per esposizione in “campo lontano”, cioè nella condizione di una persona esposta ad una stazione radiobase. Già dal 2011 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’OMS ha classificato le onde della telefonia come un “possibile cancerogeno per l’uomo”. Ora che gli studi sperimentali confermano la allarmante decisione della IARC, il Governo aumenta il limite, facendo verosimilmente aumentare i tumori, per risparmiare alle telcom lavori per € 4 mld, che vengono prelevati ai consumatori e sottratti alla domanda interna.
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Esortiamo tutti a divulgare questa pubblicità-appello pubblicata sul Fatto Quotidiano di oggi 29 novembre 2023 e a inviarla ai deputati.
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Basta!