Nel mezzo di una crisi sanitaria e climatica, che porta a ricadute socio-economiche drammatiche sul lavoro e sul carovita, anche per l’aumento del costo dell’energia ancora proveniente da fonti fossili e per la cattiva gestione dei servizi essenziali; l’estate da temperature record – registrate dal Copernicus Climate Change Service – impone una mobilitazione urgente sui danni ad ambiente e salute, chiedendo conto degli impegni presi anche dall’amministrazione comunale in merito alla Dichiarazione di Emergenza Climatica, sancita nel 2019 a Prato.
Perciò, mercoledi 22 settembre comitati, associazioni e movimenti riuniti nell’Osservatorio Ambientale di Prato partecipano con una rappresentanza alla commissione ambiente del Consiglio comunale, per rivendicare in audizione le istanze ambientali della petizione promossa nei mesi scorsi.
Sono passati esattamente due anni dalla presa di posizione sulla DEC da parte dell’amministrazione pratese, e ci chiediamo se il comune di Prato abbia davvero raggiunto l’obiettivo di ridurre del 20% le emissioni di CO2.
L’impressione è che, provvedimenti come la DEC o programmi come il recente ‘Next Generation Prato’ trovino scarso riscontro nei progetti di finanziarizzazione dei beni comuni, come l’acqua e la gestione dei rifiuti, cosi come nella massiccia cementificazione del territorio e nei progetti di opere ed impianti impattanti.
A smentire nei fatti gli auspici ‘green’ dichiarati dalla Giunta comunale, si notano: la mancata realizzazione della pista ciclabile in via Roma – a servizio anche del Parco della Liberazione e della Pace – la riduzione di veicoli inquinanti nelle ZTL e la sostituzione del parco macchine delle partecipate con mezzi elettrici, così come l’insignificante ripiantumazione a fronte di disastri ambientali – come la bufera del 2015 – e degli abbattimenti scriteriati per fare parcheggi, come in viale Montegrappa.
Analogamente, la creazione di una ‘Multiutility Toscana’, accorpando servizi essenziali con l’obiettivo della quotazione in borsa, sembra sortire solo l’effetto di aumentare i profitti su diritti vitali come l’accesso all’acqua, evidenti con la gestione disastrosa del servizio idrico, fra i più cari in Italia, in spregio al referendum del 2011.
A questo si aggiunge il progetto di nuovi impianti per la gestione dei fanghi di depurazione utilizzando un nuovo inceneritore a Baciacavallo, le indiscriminate installazioni di antenne radio base (di cui 43 per il 5G), a saturazione dello spazio elettromagnetico ed investimenti nel traffico su gomma, che aumentano l’impatto su ambiente, salute pubblica e sul consumo energetico.
Pertanto le rivendicazioni che porteremo all’attenzione delle istituzioni locali riguardano un’immediata moratoria sul consumo di suolo, la ripubblicizzazione con gestione in-house del servizio idrico, ai sensi del diritto pubblico, con la partecipazione civica negli organi societari; così come la definizione di un cronoprogramma trasparente sui progetti ‘green’ – come per la riconversione del parco mezzi di enti pubblici e partecipati in veicoli a zero emissioni e la realizzazione di vere piste ciclabili, finora carenti e scollegate. Altrettanto dirimente è l’investimento di risorse del PNRR per la realizzazione del Parco Agricolo della Piana e la ripiantumazione consistente di specie arboree, oltre all’avvio di un percorso partecipativo che coinvolga la cittadinanza nella definizione di progetti eco-compatibili.
Dall’esito dell’incontro si attende anche il recepimento delle istanze mediante apposite ordinanze comunali per la neutralità di degrado del suolo ed il ripristino di terreni incolti, abbandonati, disboscati o degradati – come ad esempio i siti di discariche abusive – con apposita ripiantumazione dopo la bonifica, la confisca e la ripubblicizzazione degli spazi.